QUADERNI DELLA RESISTENZA 
Edizioni "GRUPPO CINQUE" Schio - Marzo 1978 - Grafiche BM di Bruno Marcolin - S.Vito Leg.
 
 
Volume III
(da pag. 162 a pag. 166)

 

SANTORSO

 

di Emilio Trivellato
 

 

Arrivando dalla pianura e guardando i monti della Val Leogra spicca subito, a colpo d’occhio, il paese di Santorso per la sua posizione panoramica, allungato com’è, quasi una lucertola al sole, al piede del monte Summano, proprio dove termina netto il pendìo ed inizia la pianura: un paio di chiese, un erto e faticato cimitero posto sopra il paese, una paleolitica caverna detta « Bocca Lorenza, qualche villa tra gli alberi ed alcuni cipressi altissimi d’immemore impianto. La gente operaia di Santorso, sparsa a chiazze in gruppi di antiche case dal Timonchio a Lesìna, si riversa in buona parte a Schio ed a Piovene.


Verso la fine del secolo scorso, analogamente a Poleo, anche a Santorso si sviluppò, sulla base cattolica, una frazione socialista e, dopo la prima Guerra mondiale, anche comunista. Non risulta però la costituzione di un vero e proprio Circolo operaio, tuttavia, a quanto ci è stato riferito, un luogo di riunione era in Lesìna, nella Corte delle Are presso i Pomaro all’« Osteria dai Scarparòni ». Anche l’imperversare dello squadrismo ha le sue curiose storie di olio di ricino e da macchine; tra le memorie vi è poi l’inaugurazione del gagliardetto con il passaggio dei Fascisti per le vie del paese tappezzate di papaveri rossi.


I risultati delle elezioni per la Camera dei Deputati del 18 aprile 1948 furono a Santorso i seguenti: 1) Democrazia cristiana 1.387 (53,61 %) - 2) Blocco popolare unionista 10 - 3) M.S.I. 1 - 4) P.R.I. 11 - 5) Partito dei Pensionati 5 - 6) P.N. Monarchico 3 - 7) Raggruppamento popolare Italiano 4 - 8) Congiunti dispersi in guerra 9 - 9) Blocco nazionale 16 - 10) Partito esistenzialista d’Italia 1 -11) Unità socialista 106 (4,09%) -12) Fronte Popolare 973 (37,60%) Schede nulle 32 - Schede bianche 29 - Totale votanti 2.587. È interessante il confronto con le elezioni per la Camera dei Deputati del 20 giugno 1976: 1) P.C.I. 823 (24,29%) - 2) Partito Radicale 24 - 3) M.S.I.-Destra N. 68 - 4) P.R.I. 75 - 5) Partito Socialista Dem. It. 117 - 6) P.S.I. 328 (9,57%) - 7) P.L.I. 27 - 8) Nuovo Partito popolare 0 - 9) D.C. 1.817 (53,05%) - 10) Democrazia proletaria 62 - Schede bianche 63 - Schede nulle 20 - Voti nulli 1 - Totale 3.425.

 

 

 

Nel 1944 era Arciprete di Santorso don Giovanni Battista Cattelan, ordinato nel 1908 ed insediatosi nel 1938; suo vice-cooperatore era don Antonio Zerbato (ord. 1935 -ins. 1942), che nell’agosto del 1944 fu sostituito da don Andrea Galvan; altro giovane vice-cooperatore era don Guglielmo Dalla Benetta, ordinato nel 1942 ed insediatosi a Santorso nello stesso anno.


Il « Comune di Santorso » (alt. mt. 249 s.l.m.) si configurava, nel censimento del 1936, nel modo seguente: residenti 3.815, di cui 2.191 a Santorso¬Timonchio e 1.624 in Lesìna; presenti 3.738; attivi 1.660 (44,4%), dei quali in agricoltura 452 (27,2%) e nell’industria 1.080 (65,1 %). Nel censimento del 1951: residenti 4.071; presenti 4.099; attivi 1.736, dei quali in agricoltura 301 (17,3%) e nell’industria 1.246 (71,7%). Nel 1971 i residenti erano 4.842, così suddivisi: Capoluogo 886, Timonchio 930, Lesìna 2.050, Case sparse 976.



I. IL RITORNO DEI MILITARI.

 

In una riunione a Santorso (1-3-1978) - presenti Alfredo Battistella, Ampelio Bonato, Francesco Broccardo, Elisa Conforto, Everardo Grasselli, Gino Grasselli, Giuseppe Lorenzato, Antonio Pozzan, Vittorio Stiffan -sono state raccolte le seguenti notizie:

 

ALFREDO BATTISTELLA (« Porto »). Figlio di Vincenzo (agricoltore). Nato il 3-12-1921, agricoltore poi meccanico. « Mi trovavo nella Caserma di Fanteria di S. Giustina a Padova e quando seppi che i Tedeschi erano in Prato della Valle, mi portai alla periferia; verso sera passarono dei militari suonando la cornetta ed invitando tutti al rientro in Caserma per avere il congedo, dato che vi era stato l’armistizio. Di 4000 ne rientrarono circa 3000; io tornai a casa. Un mio fratello era in Grecia, un altro a Vicenza ed uno a Firenze ed in seguito venne da noi un milanese, “Tom”, che li portò in montagna. - Carlo (“Piccoli”) morì nella Bg.ta “Stella”. Durante l’inverno restai a casa, ma allo spuntare delle foglie andai con “Turco” sul Novegno, più tardi in Posina ed a Malga Zonta con “Porto”, “Mirko”, “il Marinaio” ed altri ».

 

 

 

FRANCESCO BROCCARDO (« Tartaro »). Di Valentino (panettiere). Nato il 22-8-1923, operaio (v. dopo).

 

 

 

EVERARDO GRASSELLI (« Buci »). Di Pietro (operaio tessile). Nato il 19-10-1921, operaio. « Mi trovavo a S. Maria Capua Vetere nel Genio e mi portai a piedi fino a Roma, poi in treno lino a Vicenza, dove un ferroviere mi nascose nella motrice della littorina per Schio. Dopo il 25 maggio mi nascosi in campagna verso Marano, ma fui preso in un rastrellamento; al momento di finire in Germania fuggii dalla stazione di Vicenza. Verso giugno-luglio andai in Posina, poi in Terragnolo con « Tom ».

 

 

 

LUDOVICO GRASSELLI (« Croazia »). Di Antonio (agricoltore). Nato a Schio. CI. 1918. Si trovava da 4 anni in Croazia nella «Brigata Re » (le cravatte rosse). Nell’agosto del 1943 fu trasferito segretamente a Roma, senza che la famiglia ne avesse notizia. Tornò 4-5 giorni dopo 1’8 settembre. Poi entrò nelle formazioni partigiane.

 

 

VITTORIO STIFFAN (« Orso »). Di Giuseppe (panettiere). Nato a Santorso il 28-9-1924. Recluta del 3° Art. alpina a Gorizia, quando la Caserma fu circondata dai Tedeschi, riuscì a portarsi a Palmanova ed a casa. Ai bandi di maggio fu prelevato in casa dai Fascisti, portato a Piovene e nella Caserma Cella di Schio per la costituzione di un Btg.ne Genio Ferrovieri, infine trasferito a Monterotondo e poi a Galdo Tadino. Qui trafugò 3 licenze in bianco e con l’aiuto dei timbri di un impiegato comunale tornò a casa su camions tedeschi e nel luglio del 1944 passò a Malga Zonta con «Turco ».


All’8 settembre 1943 si trovavano a casa:

 

GINO GRASSELLI (« Boraccia »). Fratello di Ludovico. Nato a Schio (Maso Granotto) il 17-5-1925, operaio edile. Entrò nelle formazioni dopo il maggio del 1944.

 

 

 

GIUSEPPE LORENZATO (« Caramba »). Di Galliano (carpentiere), comunista collegato a Schio e fuoruscito in Francia nel 1931. Giuseppe nacque a Santorso il 17-11-1925. « Mi arrivò la cartolina di chiamata il giorno del compleanno del 1943, così salii verso il Summano. A Natale arrivò a Santorso della gente che lavorava a Genova e partii con loro il 7 gennaio 1944, ma il 14 fui bloccato dai Fascisti ed arruolato nella Todt ad Albenga. Qui a metà febbraio un compagno di Torino mi procurò un biglietto ferroviario per tornare a casa. Verso metà aprile entrai in contatto con Momi Zaltron (“il Boja”) che abitava nella Corte alta in Lesina e la sua casa era diventata un centro di direttive per gli sbandati e per la raccolta di armi».

Conforto Elisa, sorella di Basilio, riferisce di:

BASILIO CONFORTO detto Bilo (« Nadir »). Di Francesco (agricoltore). Nato il 30-1-1922, agricoltore. All’8 settembre si trovava a Catanzaro e riuscì a tornare a casa; ai bandi di maggio fu molto impressionato dall’uccisione di Lino Vitella e quindi salì in montagna con « Tom ». Bilo cadde in un’imboscata a S. Caterina, come si dirà in altra Inchiesta.

 

 

LINO VITELLA, giovane agricoltore, cattolico, che abitava con la famiglia nella « Casa celeste », a sud della fabbrica della « Cioccolata ». Quando i Fascisti di stanza a Piovene andarono a prelevarlo il 25 maggio 1944, Lino si calò dalla finestra con le lenzuola annodate e si nascose in un campo di frumento. Purtroppo la sua presenza fu segnalata dall’abbaiare di un cane ed i Fascisti gli tirarono una raffica uccidendolo. Non era ancora scaduta la mezzanotte del 25 maggio.

Curioso e vivace è stato infine il racconto di Francesco Broccardo (« Tartaro ») che qui riportiamo:

« All’8 settembre mi trovavo in osteria a Santorso e per l’occasione feci aprire una bottiglia. Il sergente mi ordinò di rientrare subito a Schio in Caserma Cella, dove ricordo di aver messo in ordine le armi (7 mitragliatrici). la notte dell’arrivo dei Tedeschi io dormivo in armeria e le cose si svolsero proprio come è scritto nel 1° Quaderno. Perfetto! lo alzai le mani e finii a Mantova, poi a Brunico a scaricare carri armati dai treni; lì comunque ci davano anche il dolce ed il vin brulé. In dicembre mi inviarono a Mantova e qui si soffriva la fame. Un giorno un Capitano ci radunò per chiedere se qualcuno voleva aderire alla R.S.I. come volontario, ma nessuno fece un passo avanti; dopo le sette di sera non avevano ancora distribuito il rancio ed allora il Capitano tornò e disse: “Chi vuol mangiare va volontario!”. Tutti fecero un passo avanti. Ebbi vari spostamenti ed in maggio mi trovavo a Verona con la vecchia divisa da soldato ed una fascia gialla al braccio con una scritta in tedesco; un giorno che ero tornato a Santorso Stelvio Vitella (“D’Artagnan”) mi fa: “Varda che bisogna che te scegli parché noialtri semo xà in montagna”. Allora io: “S..., vegno anca mi, ma prima bisogna che torna a Verona a torme el zaino co dentro le mutande de lana”. Ripartii da Verona, senza documenti, con un certo Piccinini abruzzese salendo su di un camion carico di ciliegie (“Che spansàda! “), il quale ci portò fino a Vicenza. Alla “rotonda” del Moracchino troviamo un posto di blocco, ma io dico all’interprete che stavamo tornando in famiglia prima di partire per la Germania e così lui fermò una “balilla” per farci salire. Dopo Malo il conducente ci disse: “Ragazzi, qua le cose sono due... o voi avete le carte in regola e allora vi sbarco in Piazza a Sanvito oppure vi faccio scendere alla Madonetta”. Allora io: “Vada per la Madonetta..., ma dopo come facciamo ad arrivare a Santorso?”. Il conducente ci insegnò la strada fino al Timonchio concludendo: “E quando siete al Timonchio spero che sarete capaci di andare a Santorso?!”. “Bene, capo” – feci a quello della “balilla”: era il medico condotto di Sanvito. Ebbi la gran fortuna che il mio Capitano a Verona ci segnò sempre presenti sul registro; Piccinini aveva paura di restare dalle nostre parti e così se ne andò in Trentino; tornò a casa mia dopo la guerra, ma così pieno di pidocchi che ho dovuto metterlo in una pentola di acqua bollente. lo invece andai sul Novegno col “Turco”, poi a Col di Xomo, ai Campiluzzi e restai sempre nella Pasubiana ».


II. - I FRATELLI « POZZAN » DI SANTORSO.

ANTONIO POZZAN (« Toni »). Di Massimo (muratore). Nato il 18-5-1924, commesso nel negozio di tessuti Rompato a Schio. « Entrai nella Todt e mi trasferirono ad Asti e poi in Val d’Aosta, dove passai nelle formazioni partigiane piemontesi».

 

GIUSEPPE POZZAN. Cl. 1919. Artigliere, prigioniero degli anglo-americani durante lo sbarco in Sicilia, tornò dopo la fine della guerra.

 

MICHELE POZZAN. Cl. 1914. Tornò in famiglia dopo un mese da Sestri Levante dove si trovava nel 232°  Fanteria.

 

DOMENICO POZZAN. Cl. 1920. In Artiglieria a Padova tornò alcuni giorni dopo. In seguito, mentre era a casa ammalato, fu preso in un rastrellamento e trasferito prima a Marano e poi a Vicenza.


III. - LA « CASA CELESTE » DEI VITELLA.


Il Segretario Comunale di Santorso ci ha cortesemente fornito la situazione della Famiglia Vitella al 25-5-1944.

« Casa Celeste » di Vitella Bortolo (detto LINO), ucciso dai militi della Repubblica Sociale Italiana mentre dalla finestra si calava nel campo di grano sottostante: padre Vitella Francesco di anni 46 (Cl. 1898) - madre Chiappin Marianna di anni 48 (Cl. 1896) - inter. Vitella Bortolo (Lino) di anni 21 (Cl. 1923) - sorella Vitella Luciana di anni 19 (Cl. 1925) -  fratello Vitella Beniamino di anni 17 (Cl. 1927) - fratello Vitella Pio di anni 6 (Cl. 1938).


IV. - I CADUTI DI SANTORSO.

Da « Santorso nella Resistenza » – pubblicazione per la Mostra del Trentennale del 28 marzo 1976 – riportiamo i caduti di Santorso in ordine della data di morte:


1) 25 maggio 1944: LINO VITELLA - 2) 30 giugno 1944: CARLO BATTISTELLA - 3) 8 luglio 1944: LUIGI DAL SANTO - 4) 15 luglio 1944: FRANCESCO SANTACATERINA - 5) 20 luglio 1944: GILIO GRESELIN - 6) agosto 1944: STELVIO VITELLA - 7) 14 agosto 1944: OSTILIO ZANON - 8) 20 agosto 1944: BASILIO CONFORTO - 9) 31 marzo 1945: OTTAVIO ROSSATO - 10) 29 aprile 1945: ARTURO COSTA - 11) 29 aprile 1945: GUERRINO THIELLA.


A Santorso inoltre, nella Seconda Guerra Mondiale, vi furono 36 caduti e 22 dispersi.


NOTA di Marco Sessa - Presso la pretura di Schio furono denunciati come « omicidio ad opera di ignoti » (Bortolo Vitella di Santorso -25 maggio 1944), come morte» non meglio specificata (Pietro Marcante di S. Caterina ed un « ignoto » -21 agosto 1944). l’ignoto, indicato in pretura, è ‘Basilio Conforto. Mancano notazioni degli altri.


NOTA - Ulteriori notizie su Santorso verranno pubblicate nei prossimi Quaderni nel corso dei vari avvenimenti in Val Leogra.