STORIA VENETA ILLUSTRATA DALLE ORIGINI ALLA FINE DELLA REPUBBLICA DI VENEZIA

 

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FINALMENTE ANCHE L’EUROPA SI MUOVE

 

A CANDIA ARRIVANO I FRANCESI

 

Dopo anni e anni di assedio turco a Candia contrastato praticamente dalle sole forze veneziane, l’Europa sembra accorgersi del pericolo che si nascondeva dietro la perdita di quell’isola e finalmente decide di scendere in campo a fianco della Serenissima ...

 

 

Alla fine del 1669, dunque, l’assedio posto alla città di Candia da parte dei turchi continuava malgrado le numerose e continue sortite terre­stri e navali dei veneziani. Ai tentativi di questi ultimi di interrompere il pesante assedio si erano aggiun­ti negli ultimi tempi anche quelli di alcuni eserciti stra­nieri, francese e tedesco in particolare, ma il risultato sostanzialmente restava immutato.

 

I turchi non mollava­no, l’assedio sembrava veramente a quel punto senza fine. Le ragioni del protrarsi di questa incredibile situa­zione, erano molteplici: dalla mancanza di una reale volontà dei paesi europei di soccorrere la Serenissima – in fondo Creta era pur sempre un suo problema o meglio, un suo possedimento – alla mancanza quindi di un comando generale ed unitario in grado di coordinare le azioni contro i turchi, azioni che avevano sempre più i caratteri di isolate e personali iniziative.

 

Per i turchi d’al­tro canto, anche se l’assedio di Candia si stava trasfor­mando per loro, dopo vent’anni, in un vero e proprio incu­bo, la conquista della città era ormai sostanzialmente una questione di prestigio che nulla toglieva comunque alla crescente volontà di chiudere la partita al più presto.

 

 

Intanto dopo anni e anni di solitudine i veneziani videro unirsi ai loro sforzi quelli di alcuni paesi come la Francia del Re Sole (Luigi XIV) che finalmente pose la sua regale attenzione alla scandalosa situazione creatasi a Candia. Spinosa tanto più per i francesi che fino ad allora infatti si erano guardati bene dallo scendere apertamente in guerra contro il turco. I motivi erano ormai noti, commer­ciali s’intende, ragion per cui la Francia da quando l’Occidente aveva iniziato a scontrarsi con gli “infedeli” si era sempre mantenuta su posizioni a dir poco neutrali o comunque di egoistica indifferenza.

 

Un esercito di altezzosi duchi e principi francesi ...

 

La “vergogna” di Candia ora, convinse tuttavia anche il riluttante re francese a scendere in campo, consape­vole che in ballo c’era molto di più di una semplice isola con la sua città. Permise così alla repubblica veneta di poter reclutare truppe volontarie in Francia, tatto che permise di raccogliere alla fine un gruppo di 500 coraggio­si. Cosa farne di un gruppo tanto esiguo contro le migliaia di uomini che i turchi potevano mettere in campo?

 

Ma non era solo l’esiguità a rendere alquanto aleatorie le spe­ranze, quanto la consistenza stessa dci volontari raccolti in gran parte nelle fila della più alta aristocrazia francese e ben poco avvezzi alle dure battaglie. Un piccolo esercito di duchi, marchesi, conti e giovani principi, tutti accomu­nati dal desiderio di recarsi presto a Candia per procurar­si almeno laggiù, gloria ed onore per sè e la propria casa­ta.

 

E un nobile, naturalmente, era al comando dell’arma­ta francese, il marchese di Montbrun ed un secondo ari­stocratico era anche il vice comandante, il marchese de la Feuillade. Salpato dalle coste francesi il gruppo arrivò a Candia nei primi giorni del 1668. Si divide subito in quat­tro brigate, ma contrariamente alle loro aspettative e alle loro nobili aspirazioni, i nuovi arrivati vennero destinati dai veneziani quale rinforzo alle loro truppe che presto si sarebbero lanciate in una ennesima sortita.

 

L’importante forte di S.Andrea, infatti, benché ancora in mano cristia­na, era oggetto di continui attacchi da parte delle artiglie­rie turche. L’obbiettivo era quello di conquistare il forte e da lì quello vicino chiamato Tramatà che costituiva la via più agevole di soccorso per gli assediati. E così si decise di puntare le forze verso quel versante.

 

Una sortita alla disperata non riesce a produrre risultati ...

 

All’alba del 16 dicembre del 1668 aveva così inizio la sortita. Divisi in quattro squadre, una delle quali comandate dal veneziano Sante Barbaro, i soldati cristia­ni appostati sulla sommità delle fortificazioni, iniziarono ad aprire il fuoco sulle postazioni nemiche con un potente cannone e con tutte le armi a disposizione.

 

Ai francesi tut­tavia, la strategia dei veneziani sembrò insufficiente e comunque non idonea a procurar loro gloria e fama, così com’erano, confusi assieme a tutti gli altri soldati. Si doveva fare qualcosa di più, affrontare in modo più sco­perto il nemico che si sarebbe così trovato in maggiore dif­ficoltà per la sorpresa. E così, lamentandosi del comporta­mento dei veneziani il marchese di Feuillade prese l’ini­ziativa guidando all’attacco i propri uomini che nel frat­tempo, dai 500 che erano inizialmente si erano già ridotti a 300 unità.

 

I francesi tuttavia, riuscirono ad impegnare i turchi in un furioso combattimento alla fine del quale le perdite sia dall’una che dall’altra parte furono cospicue. I francesi riuscirono a far rientro prima che sopraggiun­gesse un contingente turco di rinforzo che avrebbe taglia­to loro la strada, ma il prezzo per essere riusciti a mettere fuori uso parte dell’artiglieria nemica, si rivelò enorme rispetto agli effetti pratici pressoché nulli. A sera, fra le vittime, non si contavano solo soldati france­si. Tra i veneziani infatti mancavano all’appello lo stesso Sante Barbaro e il duca di Candia, Francesco Battaglia. Ma un’altra alba stava già sorgendo sull’assediata città di Candia, non c’era neppure il tempo per piarrgere i propri morti...