STORIA VENETA ILLUSTRATA DALLE ORIGINI ALLA FINE DELLA REPUBBLICA DI VENEZIA

 

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È VENEZIANA LA PRIMA DONNA FILOSOFA

 

ELENA CORNARO PISCOPIA

 

Venezia verso la fine del Seicento, nonostante i conflitti sempre latenti, riscopre il gusto della pace e della cultura: emerge tra i tanti un particolare talento, quello della nobildonna Elena Cornaro...

 

 

Forte in tutta Europa fu l’eco della caduta di Candia. Venezia aveva perso l’ultimo dei suoi più importanti e antichi possedimenti nell’Egeo. Dopo 22 anni d’impegno militare la Serenissima ora aveva più che mai bisogno di pace. Una pace indi­spensabile per poter riordinare innanzitutto le disastrate finanze dello Stato con le casse praticamente quasi vuote. Le condizioni per farlo non erano certamente delle più favorevoli.

 

Venezia aveva perso i monopoli dei commerci e quindi dei mercati in Oriente e i prezzi delle sue merci, notevolmente lievitati a causa delle incessanti spese belli­che per Candia, non erano più già da tempo concorrenzia­li. Tuttavia l’abilità del governo veneziano ed in particola­re l’oculata ed astuta politica economico-finanziaria del vecchio doge Domenico Contarini, riuscirono dopo 15 anni a riportare nuovo denaro fresco e contante nelle esangui casse statali. In un ritrovato clima di pace e di proficue attività commerciali, la repubblica di Venezia aveva finalmente ripreso la sua vita normale un po’ in tutti i campi.

 

La pace produceva nuova ricchezza, ma anche nuovi talenti nel campo della cultura. Il personag­gio che maggiormente si distinse in quell’ultimo venten­nio del secolo XVII, non fu tuttavia né un pittore, né un letterato, né un musicista. il suo nome infatti era quello di una donna: Elena CornaroPiscopia.

 

Elena era nata il 5 giugno del 1646 da Giovanni Battista e Giovanna Cornaro ed apparteneva quindi ad una delle più antiche e prestigiose famiglie della nobiltà veneziana, in partico­lare a quel ramo della famiglia Cornaro che aveva fatto enormi fortune economiche nel corso dei secoli con i com­merci in Oriente. Qui ed in particolare a Cipro, la fami­glia aveva posseduto un feudo, quello di Piscopia, dal quale prese poi il nome di questo ramo dei Cornaro al quale apparteneva la stessa Elena.

 

Una figura eccezionale ...

 

La figura di questa donna resta a tutt’oggi veramente eccezionale tanto più se si pensa che visse in un secolo, il Seicento, nel quale le donne non erano conside­rate granché. Ebbene, Elena trovò invece il modo per affermarsi e per stupire a dir poco i suoi contemporanei.

 

Dopo aver manifestato sin da piccola spiccate doti intel­lettive, Elena venne precocemente avviata agli studi gra­zie anche all’intervento di Battista Fabbris che persuase in tal senso i genitori della bambina. Era per Elena solo l’inizio di una straordinaria ascesa culturale.

 

Giovanissima infatti parlava già il latino, il greco e l’e­braico mentre delle lingue correnti parlava perfettamente il francese, lo spagnolo, con qualche rudimento anche di arabo. Oltre che nella parola, Elena si dilettava anche nel canto distinguendosi come cantante e studiosa di musica mentre successivamente si accostò anche agli studi filoso­fici. E proprio da questi ultimi le giunse il massimo rico­noscimento che mai si sarebbe aspettata, diventando infatti la prima donna a conseguire una laurea in filoso­fia.

 

Il 25 giugno del 1678 ebbe luogo l’insolita cerimonia presso l’Università di Padova. Tanti erano però gli spetta­tori accorsi per assistere all’evento, che l’Assemblea giudi­cante dovette spostarsi in Cattedrale. Qui, dopo che Elena espose correttamente alcuni passi dalle opere di Aristotele, venne incoronata con l’alloro ricevendo l’anello e l’attestazione dottorale.

 

Dopo la filosofia la nobildonna veneziana si cimentò anche con l’esame di teologia, mate­ria delicata che Elena aveva però profondamente studia­to sotto la vigile direzione di don Ippolito Marchetti, prete dell’Oratorio e per cinque anni ospite in casa Cornaro. Tuttavia per Elena sorsero proprio in quell’occa­sione i primi problemi dovuti alla sua natura... femmini­le.

 

Stava bene infatti che una donna potesse intendersene di filosofia, musica e poesia oltre che di lingue antiche e moderne, ma gli studi teologici erano ben altra cosa e soprattutto da sempre appannaggio degli uomini. Fra gli stessi membri della commissione ci fu allora chi si richiamò all’autorità di S.Paolo che scrisse:“Mulieres non docent”, ma fortunatamente c’era anche chi riconosceva che i tempi erano forse cambiati e che Elena si meritava comunque il dottorato anche in teologia.

 

A risolvere la spinosa questione, comunque, ci pensò la stessa Elena, rinunciando al titolo dottrinale. Avrebbe in fondo trovato molte altre occasioni per distinguersi e in molte altre materie, dall’astronomia, alle scienze alla poesia. Presa fissa dimora in un palazzo nel quartiere del Santo, Elena ebbe anche modo di qualificarsi per la sua straordinaria oratoria ed elegante eloquenza tanto in latino quanto in volgare, pubblicamente o privatamente.

 

Iscritta a nume­rose Accademie, Elena tuttavia condusse sempre una vita assai rigorosa e per niente mondana. Aveva fatto voto di castità e ben presto espresse il desiderio di ritirar­si nel convento delle Dimesse a Padova o a Vicenza, intenzione che venne rimandata solo dopo la morte dei genitori.

 

Ma il rigore della vita che conduceva unitamen­te agli sforzi dovuti ai mai interrotti studi, però, minarono precocemente la sua già fragile persona. E così, dopo un periodo di dolorosa malattia, Elena CornaroPiscopia si spegneva nella sua casa padovana il 26 luglio del 1684.

 

Le esequie, contrariamente alla sua volontà, furono delle più splendide. Alla ghirlanda di gigli, simbolo di castità, venne aggiunta anche la corona dottorale di alloro mentre sulla bara vennero posti nume­rosi libri delle discipline nelle quali Elena si era distinta. A ricordo della prima donna laureatasi in filosofia e straordinaria studiosa di altre numerose discipline, l’Università le rese omaggio con una statua che la ritrae­va seduta e posta ai piedi della scala d’ingresso. Venezia aveva perduto uno dei suoi massimi e particolari talenti, ma Elena aveva aperto una strada che fino ad allora era rimasta chiusa per le donne.